Gemellata con la celeberrima Petra in Giordania l'etrusca Manthura sembra aver vissuto anche lo stesso arco temporale, a partire dalla fase edomita di Petra (VIII-VII sec. a.C.) a cui è succeduta la nabatea (VI sec. a.C. - II sec. d.C.). Entrambi ebbero anche una fase romana ma eclissarono nel Medioevo tra il X e il XIII secolo. Ciò che meraviglia sono le imponenti tombe monumentali ricavate dalle rupi le quali, nonostante la notevole distanza tra i due insediamenti, accomunano modelli architettonici e tecniche di realizzazione. Risulta impossibile confrontare le acropoli poiché, se della cittadina giordana sono ancora visibili i resti di case, teatri e palazzi, dell'insediamento etrusco restano purtroppo pochissime tracce. Ma ben visibili e conservate sono le facciate delle tombe a tumulo, a dado, a semidado, a portico, con le suggestive camere sepolcrali che evocano gli interni delle case dell'acropoli.
Domenica 18 ottobre è prevista la visita a questo incredibile sito archeologico incastonato nella lussureggiante natura ancora incontaminata. L'evento era programmato per il 27 settembre in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2020 ma è stato rinviato per previsioni di eccessiva pioggia. Per i dettagli consultare il sito www.tusciaexplorer.org o contattare il 3394950485
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